DipendenzeI sostituti dell’amore

Azzurra Maddalena

dipendenze

I sostituti dell’amore

Quando, a causa di situazioni interiori irrisolte che risalgono alla propria infanzia o di fattori stressanti esterni, i genitori non riescono regolare adeguatamente l’ambiente emotivo del loro bambino, il cervello del piccolo deve necessariamente adattarsi alla situazione e trovare soluzioni al suo dolore. Distaccandosi emotivamente dalla situazione, evitando di ascoltare le proprie emozioni e imparando nuovi modi per calmarsi e confortarsi da solo – ad esempio attraverso un dondolio, succhiandosi il pollice, mangiando, dormendo o cercando costantemente fonti di benessere esterne – il bambino tenta di compensare quel vuoto affettivo lasciato dai caregivers.

Un vuoto che rimane però sempre spalancato e attivo per tutta vita, tanto che la ricerca esasperata di un oggetto da cui trarre gratificazione in età adulta – ad esempio una sostanza o altri comportamenti di dipendenza – deriverebbe proprio dal vuoto lasciato dall’impossibilità di trovare e ricevere amore. Quando l’amore manca abbiamo bisogno di trovare sostituti (Maté, 2009).

Un bambino la cui madre, ad esempio, è depressa, sente una costante deprivazione e un profondo stress, nonostante la madre lo ami con tutta se stessa. Questo sentimento nel bambino altera il suo senso di amabilità, tanto che per ristabilire dentro di sé quell’equilibrio che gli consente di sentirsi bene, deve cercare fonti di piacere esterne che lo aiutino a regolare il suo stato emotivo (Maté, 2009).

Questa dinamica avviene per ogni tipo di dipendenza. Facciamo qualche esempio: quando un infante è ansioso o agitato, di solito gli viene dato il seno materno o un suo sostituto – ad esempio un biberon – per calmarlo. L’elemento che gli permette di avere sollievo è dunque la relazione con quest’oggetto che nutre. In questo modo, nella mente del bambino, benessere emotivo e alimentazione orale si associano. Ecco perché la deprivazione emotiva scatenerà un desiderio di stimolazione orale e di cibo: l’assenza di gratificazione emotiva viene compensata dall’ingestione di calorie (Maté, 2009).

La stessa dinamica avviene per la dipendenza sessuale: essere coccolati e tenuti tra le braccia dei genitori è così importante per l’essere umano che l’amore verrà associato a qualsiasi cosa dia calore e contatto. Se una persona si sente voluta solo sessualmente, tenderà a guardare al sesso come l’unico modo per riaffermare il suo essere amabile. Coloro che nei primissimi anni di vita si sono sentiti non amati e non desiderati, da adulti tenderanno a vedere il contatto sessuale come un’immediata fonte di benessere. Queste persone non sono dipendenti dal sesso in sé, ma dalla dopamina e dalle endorfine che vengono rilasciate quando ci si sente desiderati e amati.

Se queste sostanze, prodotte naturalmente dall’amore, mancano, il bambino e poi l’adulto deve trovare dei sostituti per produrle e trattare così gratificazione. Ma la gratificazione che se ne ottiene è solo temporanea.

Le dipendenze, di qualsiasi tipo siano, non potranno mai rimpiazzare i bisogni reali della persona. Per il cervello, quel senso di gratificazione non sarà mai abbastanza per potersi rilassare e andare avanti con altre cose nella vita.

Post a comment